giovedì 28 febbraio 2013

Ristorante Pizzeria La Talpa a Matera


Nella principale Via dei Fiorentini, nel cuore del Sasso Barisano (il Sasso Barisano, il Sasso Caveoso e il rione Civita formano il complesso nucleo urbano della vecchia Matera) il Ristorante Pizzeria La Talpa è noto per gli antipasti tipici della tradizione lucana e per la pasta fatta in casa ma propone anche una pizza davvero speciale: la pizza al grano arso.
Un sapore unico, antico e genuino. Un piatto povero che oggi è diventata una ricetta per palati raffinati. La farina di grano arso deriva dalla cucina contadina perché in tempi remoti la ricavavano dalle stoppie e dai chicchi bruciacchiati che i proprietari terrieri concedevano loro di raccogliere. Per anni il grano arso non è stato consumato ed è invece tornato in voga negli ultimi anni grazie alla rinnovata energia della ricerca e del piacere gastronomici. Non viene più raccolto ma l’effetto è riprodotto con un’adeguata tostatura che conferisce il sentore di affumicato e la peculiare consistenza.
Il risultato è davvero eccellente: una pizza scura, soffice, leggera, di aroma intenso.
Naturalmente gustarla al Ristorante Pizzeria La Talpa, nella deliziosa atmosfera dei Sassi, in un ambiente che gode e trasmette tutte le suggestioni della storia, è un’esperienza di grande fascino!
Buona l’accoglienza e ben variegata l’offerta.

mercoledì 27 febbraio 2013

Castelmezzano (PZ): Al Becco della Civetta


In Basilicata le vie del gusto portano facilmente alla tradizione di una cucina genuina e saporita, di timbri intensi e corposi, di manualità sapienti.
Poi ci sono locali che propongono una tavola dove la gastronomia tipica è rivisitata e preparata in chiave moderna pur nel rispetto delle vecchie ricette. Con un tocco da chef e un’atmosfera calda e accogliente Al Becco della Civetta di Castelmezzano (Potenza) è uno di questi e infatti è noto e rinomato anche oltre confine.
Il ristorante Al Becco della Civetta con l’albergo La locanda di Castromediano si inserisce perfettamente nello splendido borgo adagiato sulle Dolomiti lucane: una grande ospitalità in una deliziosa posizione panoramica. Qui, sulle tracce dei Templari, l’atmosfera di speciale interesse storico e paesaggistico è densa di fascino e mistero. Al Becco della Civetta rispetta magnificamente questa ispirazione dei luoghi e propone un ambiente curato e ricercato ma primitivo, avvolgente, rasserenante.
Le pietanze sono un trionfo di gusti e prelibatezze regionali che chef Antonietta presenta con stile elegante e accattivante.
Io ho potuto gustare un antipasto alla castelmezzanese composto da prosciutto di cantina, salsiccia, soppressata, capocollo, nuglia, tortino di patate di Terranova del Pollino, peperoni cruschi di Senise, pecorino di Filiano, bruschette con olio di Campomaggiore.
Sono poi passata a due primi piatti eccellenti: cavatellini (acqua e farina di Stigliano del senatore Cappelli) con salsiccia e cicoria su crema di fagioli di Sarconi; orecchiette con polpettine, funghi e pomodorini appesi infornati.
I teneri, morbidi, squisiti bocconi del secondo me li ha offerti uno straordinario filetto di vitello podolico con patate al finocchietto selvatico e puntarelle.
Tutto bagnato da un Signor vino rosso Aglianico del Vulture “Gesualdo di Venosa”.
Il tocco dolce è arrivato da una mousse di ricotta con foglie di cioccolato fondente e salsa di arancia di Tursi.
Infine caffè e grappa invecchiata di Aglianico del Vulture.
La mise en place spettacolare ha lasciato intatte la qualità, le fragranze, i sapori, l’essenza schietta e casereccia della cucina lucana: complimenti allo chef!
Eccellenza della proposta culinaria della regione e simbolo di un cammino di ricerca e valorizzazione delle risorse del territorio Al Becco della Civetta vanta anche un personale attento, cordiale, entusiasta. Bravi, davvero.
Dopo l’abbondante libagione il giusto riposo mi è stato offerto dalla camera graziosa, pulita e ben servita della Locanda. E al mattino la luce e lo scenario delle Dolomiti lucane dalla finestra sono un ricordo meraviglioso… 

martedì 12 febbraio 2013

Terzo Tempo di Vercelli


E’ sempre una bella serata quella al Terzo Tempo di Vercelli.
La concezione del locale è originale e invitante, come l’atmosfera.
Grazioso e curato il Terzo Tempo accoglie centinaia di persone con un menu adeguato a un pub di buon livello e grandi scelte di birre, vini, alcolici. La musica è sempre molto bella e in tarda serata si scatenano le danze. Gli spazi consentono molte opportunità, in effetti, ma sono anche velocità e zelo del personale a rendere il Terzo Tempo un locale poliedrico.
L’organizzazione è praticamente perfetta! La pista si dilata a dismisura perché molti tavoli spariscono e le sedute vengono compattate da baldi giovani super esperti. Così puoi trascorrere al Terzo Tempo qualcosa come 7 ore…tra cena e dopo cena!
Bello, davvero. In un clima gioviale e professionale e nella baldoria collettiva il divertimento è assicurato. Ottime le scelte del dj e sempre piacevoli gli eventi.
Ottimo rapporto qualità/prezzo.

martedì 29 gennaio 2013

Fritto misto piemontese


Una perla della cucina piemontese!
L’ho gustata, eccellente, a Eataly a Torino. Da tempo non riuscivo a trovarla preparata e cucinata così bene…Pastella ottima e frittura perfetta!
Il fritto misto piemontese non si compone di ingredienti fissi perché di mezzo ci sono le stagioni, le possibilità e i gusti ma alcuni sono essenziali, così tipici da non poter mancare. La varietà di gusti, forme, colori e sapori del fritto misto piemontese ne fa praticamente un piatto unico, una delizia che si accompagna a meraviglia con egregi vini rossi. Noi, per non sbagliare, l’abbiamo bagnato con un signor Barolo.
Il generoso piatto comprendeva arista, salsiccia, costoletta di agnello, melanzana, carciofo, finocchio, zucchina, mela, semolino. Una spruzzatina di limone e un brivido di piacere.
A esser proprio critici mancava l’amaretto che nella tradizione è un altro protagonista fondamentale ma considerando che non amo l’amaretto ho perdonato la lacuna…
A Eataly è stato inoltre servito senza cervella e animelle, probabilmente ingredienti che non vengono più consumati abitualmente e non incontrano larghi favori.
Che meraviglia: voglio il bis!

lunedì 28 gennaio 2013

Al Gallo Brillo


A Castelletto di Momo (NO) c’è un grazioso locale molto caldo e accogliente dove gustare ottimi galletti e polli…e non solo. L’ambiente è bello, l’atmosfera è piacevole, il tepore del camino è un’emozione. Si mangia bene, dalle carni alla pizza, e si possono gustare ottime birre in una dimensione semplice ed elegante insieme.
Al Gallo Brillo è una buona dimostrazione di cucina a menu originale e curato. Inutile prevedere una sfilza di alternative modeste o piatti dai nomi altisonanti cucinati male e presentati peggio. Molto più apprezzabile una scelta ridotta ma saporita e ben elaborata. Un posticino che consiglio!

mercoledì 16 gennaio 2013

Peperoni ripieni di ditaloni


Che delizia! E’ un piatto veramente invitante per la presentazione e i colori, ottimo di gusto e ben bilanciato.
Per il servizio a tavola vi consiglio di utilizzare i peperoni gialli, uno per commensale, più due di scorta per eventuali bis. Per il ripieno invece utilizzate quelli verdi.
Vi conviene iniziare dalla preparazione del ripieno. Innanzi tutto un ragù realizzato con macinato di manzo scelto, e trito di cipolle, sedano, carote, basilico e peperoni verdi (la quantità di peperoni verdi deve essere equilibrata ovvero non tale da sovrastare la carne ma ideale per impreziosirla di profumo e sfumature) al quale aggiungerete fino a cottura la passata di pomodori. Considerate che il ragù dovrà essere molto denso quindi non abbondate con i pomodori.
Quando il ragù si sarà raffreddato aggiungerete della ricotta. Per orientarvi sulla quantità badate al colore del composto: la ricotta amalgamata al ragù renderà il ripieno arancione.
Lavate i peperoni gialli lasciandoli integri e immergeteli in acqua bollente per un minuto. Tirateli fuori e posateli su un panno a raffreddare e asciugare. Fate attenzione, non devono aprirsi e devono rimanere ben sodi.
Nel frattempo portate a cottura (al dente) i ditaloni, meglio se rigati. Scolateli e girateli bene nel ripieno in modo che la pasta risulti ben condita.
Prendete i peperoni gialli, tagliate delicatamente la calotta superiore e svuotateli dei semi. A quel punto procedete a riempirli e a posizionarli (in piedi) in una pirofila da forno dove metterete a cuocere, a parte, anche le calottine. Cospargete con un filo d’olio d’oliva, una spolverata di parmigiano e un pizzico di pepe (io preferisco il peperoncino). In forno ben caldo per 15 minuti, poi sistemate le calotte sopra i peperoni e portate subito a tavola!

martedì 15 gennaio 2013

Frittata ricotta, olive e pancetta


Un’idea squisita per un piatto veloce!
Facile da preparare ma molto gustosa e di aspetto invitante la frittata ricotta, olive e pancetta è una delle migliaia di varianti con le quali è possibile realizzare una frittata con un pizzico di fantasia e di sapore…
Non indico volutamente le dosi perché parto dal presupposto che il piatto base, la frittata, sia comunque per tutti un riferimento base molto utilizzato. E, ovviamente, vi regolerete in base all’appetito, al numero dei commensali e al “ruolo” che le attribuite: la frittata infatti è un passepartout perfetto da servire in fettina per uno stuzzichino di aperitivo o antipasto ma anche, in quantità più abbondante, un ottimo secondo.
Ecco gli ingredienti:
ricotta
olive taggiasche tritate grossolanamente
uova
sale
pepe
prezzemolo (tritato finemente)
latte
pancetta dolce affettata sottile
Dopo aver sbattuto bene le uova condite con sale, pepe e prezzemolo incorporate la ricotta e le olive. Aggiungete un po’ di latte (se la ricotta è di qualità asciutta abbondate, altrimenti ne basta davvero molto poco), amalgamate bene il composto e poi fate cuocere la frittata. Quando è quasi cotta stendete le fette (molto sottili) di pancetta e ripiegate a metà la frittata. Un paio di minuti e impiattate.