‘Ndenna
e Cunocchia sono gli sposi più amati e famosi di Castelsaraceno.
Quello
che si celebra in giugno, appunto a Castelsaraceno, è una delle tradizioni che
tiene vivo un antico rito arboreo diffuso sui monti del Pollino come nelle
Dolomiti lucane.
Uno
straordinario inno alla fertilità, tra credenze e suggestioni, nel radicamento
profondo di amore e rispetto della terra. Una di quelle feste popolari che
suggellano l’ancestrale legame degli uomini e delle donne di Basilicata con gli
elementi della natura e del tempo.
Qualcosa
che assomiglia alla devozione e alla preghiera quanto allo spirito di
sacrificio e di pazienza. Qualcosa che nella simbologia esprime forze, speranze
e pensieri trascendenti.
Nella
prima domenica di giugno gli uomini più esperti e prestanti di Castelsaraceno
si avviano nel bosco del Favino, devono cercare il faggio giusto da abbattere,
un esemplare di almeno venti metri di altezza con un bel fusto dritto. Il
faggio, ripulito di corteccia e rami, viene trainato dai buoi. Ma è un vero
corteo di baldoria, con tanto di merenda e musica, di euforia e di curiosità.
Magari con l’aiuto del trattore, oggi. O con le incursioni dei ragazzini rapiti
dall’avventura. Nonostante la fatica è una grande giornata di eccitazione.
Il
faggio è lo sposo, deve arrivare bello e raggiante in piazza.
Nella
seconda domenica di giugno è la volta della sposa, una cima d’abete (o di
pino): il rituale per la scelta e la preparazione della Cunocchia è ancora più
delicato, ovviamente. La sposa è femmina e, si sa, deve presentarsi all’altare in
un vero tripudio di grazie! Un’altra giornata di grande partecipazione emotiva
e di enorme spasso in quel primitivo e viscerale entusiasmo che anima vecchi e
bambini.
Il
sudore si mescola al riso e alle lacrime, come è nell’essenza stessa della
vita.
L’opera
è compiuta, la Cunocchia
potrà convolare a nozze con la ‘Ndenna.
Così,
nella terza domenica di giugno, la piazza di S. Antonio accoglie il matrimonio
in una danza dei sensi che trasuda fede, fiducia, magia. Un’atmosfera tanto
spirituale quanto squisitamente carnale. Il rito arboreo sublima la linfa
arcana dell’esistenza e la potenza materiale delle mani e delle creature della
terra.
Rigogliosa
e splendida, la coppia ‘Ndenna e Cunocchia issata verso il cielo strizza
l’occhio alle energie buone e invoca serenità per tutti. Alla benedizione
possono scatenarsi solenni abbuffate e giochi e canti e applausi.
Auguri ‘Ndenna e Cunocchia,
che il tempo vi conservi nel cuore dei lucani!