I nutile
narrarvi della tradizione, della festa e dei lunghi e spettacolari riti di
celebrazione: potete trovare ottime e abbondanti informazioni in rete, questo
comunque è il link al sito ufficiale.
Attraverso
la storia di un antico e suggestivo costume vi sarà facile intuire quanti
aspetti e quante credenze siano state motore e anima di un matrimonio così
singolare. Ne sarete conquistati, forse. O almeno incuriositi. Perché nel
Maggio di Accettura, in terra di Basilicata, si mescolano culti e percorsi
culturali che cavalcano le onde del tempo, delle civiltà, della magia come della
filosofia degli uomini e della natura.
Le
nozze si compiono quando la cima di un agrifoglio viene innestata su un grande
cerro denominato Maggio ma la festa è scandita da molte tappe, prima, durante e
dopo in un trionfo di teatralità e di emozione popolare che esprime ancora oggi
l’infinita potenza di un richiamo ancestrale e di un sentimento di socialità e
di speranza.
A
me piace pensare alla primavera come resurrezione e quindi il Maggio di
Accettura con il bizzarro quanto simbolico matrimonio mi arriva come una danza
propiziatoria, un canto romantico, un omaggio appassionato alla bellezza e alla
vitalità del creato. Una cerimonia primitiva che esalta la dimensione umana
della terra e dei suoi legami, dello spirito di fede e di comunione. Qualcosa
che scuote profondamente la nostra più intima essenza, un po’ animalesca, un po’
spirituale.
E’
una festa della fatica, del sorriso, della fiducia, del rispetto. Non è la
rappresentazione di una leggenda ma la leggenda stessa che si perpetua
esattamente come la vita. E’ il senso essenziale del tempo che si rinnova,
della natura che vede l’alba dopo ogni tramonto, di un incantesimo che non si
deve rompere. Religiosa preghiera o pagano scongiuro perché la buona sorte
abbracci gli uomini e la terra.
Nei
gesti come nella partecipazione c’è l’identità di un popolo, delle sue pulsioni
più
arcane come della sua straordinaria lucidità. Il maggio di Accettura è una
delle espressioni figurative più sublimi di una saggezza ruvida, per cuori
sensibili e menti pronte a un bagno di autenticità. Siamo il calore delle
viscere e non dovremmo dimenticarlo, mai.
Sono
accanto a quegli uomini e a quelle donne, a quella gente di Basilicata, ai maggiaioli
di Accettura, che in questi giorni sono in sacrale fermento, più che mai uniti
in un inno augurale di amore e pazienza. Con commozione gioiosa.
Un
romantico brindisi agli sposi!
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