O empi incorreggibili, o
tristi dal cuore di pietra!
In nome del Dio vero vi
maledico. Siate pietre anche voi!
La
leggenda tramanda le parole di San Costanzo ai soldati romani. E, quale che sia
la realtà, ecco i Ciciu del Villar, straordinaria composizione naturale di
terra, roccia magmatica, gneiss occhiadino.
In
migliaia di anni le centinaia di stravaganti massi detti Ciciu (pupazzi in
dialetto) sono stati investiti da altre credenze e rivestiti di molte storie: sono
diventati quello che rimane dopo una sabba di streghe interrotta da un uragano
oppure bizzarre creazioni notturne delle masche (le masche sono figure
singolari della credenza popolare piemontese, donne apparentemente normali
dotate di poteri soprannaturali).
Oggi
il fenomeno si spiega scientificamente ma i visitatori amano l’approccio misto,
all’ambiente con le sue evoluzioni rigorosamente tracciabili e al fascino
misterioso della terra e delle anime che la popolano.
Non
sono enormi funghi ma in qualche modo ne replicano le forme, pur con quei
dettagli che li fanno assomigliare a gioielli di architettura o evocano profili
umani.
Considerando
le dimensioni (da uno fino a dieci metri d’altezza con un “gambo” di tre metri
di diametro in media e un “cappello” che può arrivare agli otto metri) intuite
al volo quale scena si possa parare dinanzi agli occhi: un’avventura vera.
Il
percorso tra i sentieri dei Ciciu è avvincente, non c’è dubbio. Il gioco
geologico solletica la fantasia e lo stupore. Un set cinematografico in perenne
ciak, tra fitti boschi abitati da diverse specie di picchi, rapaci e notturni
come civette, gufi, barbagianni, poiane, allocchi, falchi pellegrini e una
ricca fauna di zona.
Ciciu
del Villar, Villar San Costanzo (CN), Piemonte.
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