Chi non conosce le Cinque Terre forse fa
fatica a comprendere come la naturale bellezza si mescoli a un romanticismo
severo e commovente insieme.
Una lingua di incanto tra terra e mare, lungo una rocciosa
costa frastagliata, arrampicata su sentieri e mulattiere che si aprono su
panorami indescrivibili, con quel terrazzamento di muretti a secco dove la vite
e l’olivo godono splendide condizioni di vita.

Profumo di limoni, casse di acciughe, turisti
e emozioni. Sulla Via dell’amore. O a spasso senza meta. O su e giù dal trenino
che collega Monterosso a Vernazza a Corniglia a Manarola a Riomaggiore. Magari
appesi, vista mare, con gli occhi che frugano in quel fondale cristallino. Oppure
a curiosare tra arte e storia, immersi in un’atmosfera unica, quella del
viandante rapito…
Con la montagna e il mare che si toccano,
nelle linee austere delle case-torri di stile genovese, negli slarghi che
ospitano il ristoro di escursionisti, bagnanti e anime locali, c’è una
concentrazione tale di elementi seducenti che quasi dimentichi di fare
fotografie. Non sono posti da ricordare, sono luoghi da vivere.
Nella durezza di quelle condizioni tanto
suggestive quanto difficili si invitano i pigri a stare al largo. Le Cinque
Terre sono patrimonio dell’umanità che ama la bellezza autentica. L’ambiente a
tratto aspro ha la potenza di ammaliare per la sua unicità, per gli scorci
inimmaginabili, per le connotazioni intense.