lunedì 15 aprile 2013

Novara, Basilica di San Gaudenzio: la scalata delle emozioni


La Basilica di San Gaudenzio, con la celebre cupola dell’Antonelli, non è solo il simbolo di Novara, è un monumento di fede, arte e storia che attira “scalatori” da tutto il mondo.
Da aprile 2013 la cupola, dopo i restauri, è di nuovo patrimonio dei novaresi e dei turisti, visitabile con l’ardua scalata che consegna alla vista un panorama che leva davvero il fiato. Nelle splendide giornate primaverili lo sguardo abbraccia l’intera città, si estende oltre le risaie della provincia, si affaccia sulle maestose Alpi e raggiunge la Madonnina del Duomo di Milano.
Emozione allo stato puro.
La Basilica è molto bella, meta del cuore dei novaresi che visitano lo Scurolo con l’urna
del santo protettore e patrono offre innumerevoli elementi di speciale interesse artistico e storico, dalla cappella della buona morte, alla cappella della circoncisione e a quella del crocefisso, della Madonna di Loreto e dell’ Angelo custode e a quella del Santissimo Sacramento, con tante opere di pregio, fino al Polittico di Gaudenzio Ferrari e alla Sala del Compasso.
Ma indubbiamente è l’ardita e maestosa cupola antonelliana a carpire maggiori attenzioni, così geniale e significativa, visibile da qualsiasi arteria di accesso alla città, da incredibile distanza. Quei 121 metri di cupola che l’architetto ingegnere Alessandro Antonelli volle concepire e costruire secondo un'idea illuminata e straordinaria in perfetta aderenza al territorio sono, ancora oggi, uno dei più alti (o il più altro) edifici al mondo in sola muratura. Proprio così! Antonelli volle infatti utilizzare solo materiale locale, mattoni e calce, e progettò un sistema a cerchi concentrici che si innalzano, sempre più piccoli, verso il cielo scaricando man mano il peso sulla struttura portante così da scongiurare pericoli fatali (in caso di cedimento la struttura collasserebbe su se stessa e non sugli edifici circostanti).
Adesso è visitabile interamente, anche oltre il sottotetto dell’Abside che accoglie la sala del compasso alla quale si accedeva attraverso il settecentesco campanile dell’Alfieri. I visitatori possono arrivare in vetta, naturalmente con la guida, pronti all’euforia e alla commozione.
Lassù ad accogliere fedeli, studiosi e appassionati svetta la statua del Cristo Salvatore, alta quasi 5 metri, in bronzo ricoperto da lamine d’oro. E…il mistero di un compasso e di un grande architetto che tanto volle un “segno” importante che fosse intimamente legato alla città. Una sfida interessante per tutti, forse una eccezionale eredità.

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