sabato 18 maggio 2013

Il matrimonio degli alberi (ad Accettura)


Inutile narrarvi della tradizione, della festa e dei lunghi e spettacolari riti di celebrazione: potete trovare ottime e abbondanti informazioni in rete, questo comunque è il link al sito ufficiale.
Attraverso la storia di un antico e suggestivo costume vi sarà facile intuire quanti aspetti e quante credenze siano state motore e anima di un matrimonio così singolare. Ne sarete conquistati, forse. O almeno incuriositi. Perché nel Maggio di Accettura, in terra di Basilicata, si mescolano culti e percorsi culturali che cavalcano le onde del tempo, delle civiltà, della magia come della filosofia degli uomini e della natura.
Le nozze si compiono quando la cima di un agrifoglio viene innestata su un grande cerro denominato Maggio ma la festa è scandita da molte tappe, prima, durante e dopo in un trionfo di teatralità e di emozione popolare che esprime ancora oggi l’infinita potenza di un richiamo ancestrale e di un sentimento di socialità e di speranza.
A me piace pensare alla primavera come resurrezione e quindi il Maggio di Accettura con il bizzarro quanto simbolico matrimonio mi arriva come una danza propiziatoria, un canto romantico, un omaggio appassionato alla bellezza e alla vitalità del creato. Una cerimonia primitiva che esalta la dimensione umana della terra e dei suoi legami, dello spirito di fede e di comunione. Qualcosa che scuote profondamente la nostra più intima essenza, un po’ animalesca, un po’ spirituale.
E’ una festa della fatica, del sorriso, della fiducia, del rispetto. Non è la rappresentazione di una leggenda ma la leggenda stessa che si perpetua esattamente come la vita. E’ il senso essenziale del tempo che si rinnova, della natura che vede l’alba dopo ogni tramonto, di un incantesimo che non si deve rompere. Religiosa preghiera o pagano scongiuro perché la buona sorte abbracci gli uomini e la terra.
Nei gesti come nella partecipazione c’è l’identità di un popolo, delle sue pulsioni più
arcane come della sua straordinaria lucidità. Il maggio di Accettura è una delle espressioni figurative più sublimi di una saggezza ruvida, per cuori sensibili e menti pronte a un bagno di autenticità. Siamo il calore delle viscere e non dovremmo dimenticarlo, mai.

Sono accanto a quegli uomini e a quelle donne, a quella gente di Basilicata, ai maggiaioli di Accettura, che in questi giorni sono in sacrale fermento, più che mai uniti in un inno augurale di amore e pazienza. Con commozione gioiosa.
Un romantico brindisi agli sposi!

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