L’ultimo
corto pensato e girato da Marco Paracchini, Untouched, è un grande e 'doloroso' spaccato di una realtà umana che vive di web più che di strada, che affronta la solitudine infilandosi su facebook, che tocca con le mani più tastiere di cellulari e pc che altre mani.
Nel
video Novara, al di là degli elementi che la rendono inconfondibile come l’amata
cupola gaudenziana, appare come una ‘qualsiasi’ grande città del nostro tempo.
Uno spazio dilatato di routine, spostamenti, strade, occupazioni popolato da
facce che non parlano. I vicini di casa, i colleghi di lavoro, le persone che
si incontrano al supermercato o in libreria non allacciano autentiche relazioni
e stanno tutti con il pensiero appeso a quella finestrella di esistenza che è
la piazza virtuale. I protagonisti vivono vite vicine ma assolutamente
parallele. Eppure condividono molto, tutto il giorno e tutti i giorni, via
cellulare…
Non
è uno scenario volutamente esasperato per puntare il dito su una deriva della
comunicazione, anzi. Purtroppo è il ritratto fedele di un periodo difficile. E’
quello che vedo, sento, verifico. E’ quello che mi turba da molto tempo. E’
quello che rischia di inghiottirci e impoverirci, se già non l’ha fatto.
Novara
però nel corto di Marco Paracchini gode anche di una nuova e intrigante
presentazione. Questo mi piace molto. Lo trovo geniale e invitante. In un certo
senso mi arriva come un’esortazione a darle un respiro più profondo e aperto e
non posso che rallegrarmene, infinitamente.
Un
ottimo lavoro. Bravi Marco Paracchini e tutti coloro che hanno collaborato. E
un’ottima visuale sul nostro mondo. Per rimetterci in ascolto dell’esistenza,
quella vera. Per riflettere e ritrovare voce e abbracci. E per goderci
diversamente pura la città, il suo ritmo, le sue opportunità.